Anno 1869: cronaca del secondo Centenario
Estratto da "Della storia e divozione del SS.Crocifisso venerato nella chiesa di S.Agata in Ferentino", ed. 2011 MOROSINI Padre BONAVENTURA da Ferentino M.O. – “Notizie sul Convento e la Chiesa di S.Agata V.M. in Ferentino” – Manoscritto composto da 28 pagine (1897); trascrizione a cura di Luca Caliciotti e Matteo Savelloni
1869 Settembre (pag, 19)
Centenario del SS.mo Crocifisso in Sant’Agata di Ferentino
Correva il secondo secolo, ed oltre la sua metà, perché nella nostra chiesa di S.Agata V.M. in Ferentino vi era esposta alla pubblica venerazione il miracoloso devotissimo Simulacro del SS.mo Crocefisso, (lavoro del devoto nostro religioso P. Fr. Vincenzo da Bassiano) a cui sempre sì il popolo di Ferentino, come gli altri popoli dei contorni hanno manifestato tenera e non interrotta grandissima devozione, attese le grazie e miracoli ottenuti dalla misericordia del nostro divino Redentore, Gesù per mezzo di Quel santo Simulacro. Trovavasi allora Superiore di Questo convento dei Minori Oss. Il R.P. Luigi Borea da S. Remo, bravo predicatore, istruito nelle lettere di belle ed affidabili maniere, amato e stimato da tutti sì dall’alto ceto, come dal basso (morto poi in Ferentino l’anno 1871).
Stando egli già da qualche tempo Guardiano del convento, ed osservando la devozione dei popoli al lodato S. Simulacro a risvegliare ed infervorare ancor meglio sifatta venerazione venne nella determinazione di celebrare colla maggiore solennità possibile il centenario dal felice avvenimento. Quindi ne scrisse ai nostri superiori in Roma, ed avendone ottenuto l’approvazione con sua lode, tanto sto si pose di concerto coi signori e magistrato della città: e da quel municipio non solo viene approvato e lodato il suo divisamento, ma sì ancora viene incoraggiato e coadiuvato a sostenerne le spese necessarie con una generosa elargizione di scudi romani centocinquanta (150). Ciò ottenuto dal Municipio, tutto si impegna a raccogliere altre limosine in denaro sia in generi, tanto entro la città di Ferentino quanto negli altri paesi circonvicini, a fin di dar sempre miglior risalto alla Solennità Centenaria. Frattanto prega e invita i più rinomati oratori a tesser le lodi di Gesù Crocifisso ed in ispecie del S. Simulacro venerato in S.Agata: due fa venire da Roma ed un terzo dalla Diocesi. Dà ordini agli artisti pirotecnici pei fuochi d’artificio, e globi areostatici.
Invita i cantanti di Roma per sceltissima Musica; ed in seguito prega gli Ill.mi e R.mi Monsignori il Vescovo di Ferentino, di Alatri ed il Delegato del Papa, in Frosinone, a voler prender parte alla Solennità colle loro rispettabili presenze. Fa poi adobbare suntuosamente il Sacro Tempio da valente Apparatore venuto da Roma: ed essendo tutto allestito, fa preparare il popolo alla grnade solennità con un solenne Triduo di analoghi morali discorsi dal valente Pr.atore P. Giuseppe Volponi da Ferentino Min. Oss., che colla sua facondia e dottrina vinfuoca la fede, e venerazione dei fedeli inverso del nostro amabilissimo Redentore Crocifisso. Viene quindi il giorno della Solennità, e tutta la Città nel personale, e nel materiale si riveste si santa letizia e gioia, come viene brevemente riferito dalla sottoposta relazione a stampa, descritta da chi vi era presente…
19 settembre 1869 (pag.20) Relazione estratta dal periodico – La Vergine – Anno VI n° 38 Ferentino ed il centenario de SS. Crocefisso
Stimato Sig. D. Giuseppe Maria Renzoni Debbo compiere ad un sacro dovere ringraziandola, anche a nome del P. Luigi da S. Remo guardiano del convento di Ferentino, della commissione datami per oblazione delle IGO lib. di cera, e del Rametto che la signoria a cui veniva dedicato, degnavasi fare alla miracolosa immagine del Santissimo Crocefisso nella ricorrenza della secolare solennità che celebra vasi nel giorno 19 del cadente mese di settembre 1869 … … Non sono ancora cessate le benedizioni che le pregano dal cielo il popolo, e le cento verginelle, che accompagnavano l’Agnello divina sacrificato, con in mano le cento candele, che per mio mezzo a tal uopo. Quale e quanto forte il sacro entusiasmo dei Ferentinati per tanta Festa lo ripetono il sacro tempio con mirabile eleganza adobato, le vaghe luminarie che ogni sera si accendevano per tutta la città, le tappezzerie che ornavano gli edifici, i fuochi di artificio che in più sere si incendiavano da peritissimo Pirotecnico preceduti dall’innalzamento di globi aerostatici, le prolungate salve col suono dei sacri bronzi, e degli oricalchi che deliziavano i cittadini, e chiamavano ai piedi della Veneranda Immagine gli ossequi dei limitrofi popoli. Non ridico qui la divozione straordinaria di quanti assistevano alle Sacre funzioni eccitate dai Canti Musicali, e da eleganti Panegirici che nel solenne Triduo si recitavano da scelti oratori … non ridico il compimento che dava la Sacra Cerimonia l’egregio Vescovo di Alatri Mons. Rodilossi che degnavasipontificare; ne ridico lo splendore che aggiungevano alla solennità il Vescovo diocesano Monsignore Vitali, che unitamente a Mons. Delegato del Papa residente in Frosinone, la onoravano con la loro presenza. Solo rivolga l’attenzione alla Divotissima Processione di circa tre ore alla quale oltre alle vaie, e numerose confraternite, facevano parte e decoro i due Capitoli, Cattedrale e Collegiata, col rimanente del Clero tutto, nonché gl’illusatrissimi Magistrati della città, a cui sia pur lode della somma di scudi romani 150 che nella sua generosità dignavasi elargire. Tanta era la divozione del popolo a si tenero spettacolo, che quanti alzano lo sguardo al Sacro Simulacro tutti ne erano commossi, e non vi era cuore tutto che duro che non tributasse una lagrima di compunzione ed un sospiro a Gesù – Questo Simulacro come pure quello di Nemi e di Farnese, fu lavorato nel XVII dal P. Fr. Vincenzo di Bassiano Min. Oss. Religioso di Santa Vita, il quale come è fama, per ottenere l’assistenza del cielo, perché poco perito nell’arte, soleva lavorarlo nei venerdì, ginocchioni, digiunando in pane ed acque – Si legga il Negrologio della nostra Prov. Osserv. Romano a dì 25 marzo 1694: "Nel Convento di Aracoeli, F. Vincenzo da Bassiano, con fama di santità.
E fama costante che questi fu sempre intento alla contemplazione della Passione di Cristo. Essendo alquanto perito nell'arte della scultura, scolpì molte immagini del SS. Crocifisso, conosciutissime per la gloria dei miracoli ed il concorso dei fedeli. Sono particolarmente venerate quelle dei conventi di Nemi e di Farnese: al lavoro delle medesime non attendeva se non nei giorni di venerdì, dopo aver flagellato a sangue il proprio corpo, in ginocchio e digiunando a pane ed acqua, tanto che possono dirsi effetto della pietà piu che dell'arte e della tecnica". …