Alla scoperta dell'armonia con la musica
p>di mons. Marco Frisina
Tra tutte le arti, la musica è la più lieve, aerea, inconsistente. Non si tocca, non si vede, non si può contenere o imprigionare, ma la si ascolta, facendola entrare nel cuore e nella mente, facendoci toccare e coinvolgere da essa in un’esperienza totale e nello stesso tempo astratta.
Eppure quest’arte è diffusa capillarmente, permea ogni cosa, viene utilizzata a volte anche impropriamente, addirittura come sottofondo durante le notizie del telegiornale o nei supermercati.
La musica è necessaria agli uomini perché risponde ad un’esigenza profonda, quella di dare corpo alle immagini e alle forme interiori della percezione. I ricordi, i sentimenti, le emozioni spirituali più sottili trovano corpo in quest’arte; le vibrazioni sonore, con la loro impalpabilità, diventano le realtà più idonee a rappresentare il mondo interiore e a condividerlo.
La Chiesa ha sempre utilizzato la musica servizio della liturgia e dell’evangelizzazione perché, attraverso il canto, la lode di Dio manifesta la comunione dei fedeli in preghiera e la bellezza artistica aiuta gli uomini ad elevarsi spiritualmente e ad accedere alla contemplazione di Dio.
La musica diviene quindi per noi cristiani un linguaggio privilegiato per offrire al Signore una lode perfetta e dall’altra parte un mezzo prezioso per poter raggiungere in modo efficace ogni uomo ed aprirlo alla contemplazione della bellezza.
I due millenni di fede cristiana hanno prodotto molti capolavori musicali, il contatto con i testi biblici e liturgici ha ispirato nel cuore di tanti musicisti modi sempre nuovi di cantare il mistero cristiano, offrendo agli uomini di ogni tempo e luogo la possibilità di accostarsi alla verità del Vangelo attraverso la bellezza dell’arte.
Il mondo contemporaneo soffre di una sorta di desertificazione dell’anima: sembra che trovare sorgenti fresche a cui abbeverarsi, estinguendo la sete profonda del cuore, sia una cosa sempre più rara. Riservare momenti alla contemplazione diviene un lusso di pochi, fermarsi a meditare e riflettere un privilegio di alcuni. L’ascolto della musica può aiutare a ritrovare quella dimensione profonda e interiore che tante volte viene trascurata e mortificata; inoltre, il ritrovarsi insieme in questo ascolto aiuta ancor più a comprendere il valore sociale dell’arte che è occasione di incontro e di condivisione, di crescita personale e comune per quella forza tutta propria che la bellezza esercita nel cuore di ognuno. La musica esercita un ruolo consolatorio e rappacificante perché ci riconduce ad una visione armonica della realtà, alla percezione che ogni elemento della nostra esperienza, rappresentato e interpretato dalla composizione musicale, viene a far parte di un tutto armonico. Il mondo “in musica” può essere letto più facilmente in modo onnicomprensivo e ordinato. In una lettura “sinfonica” della nostra vita, l’alternarsi di dolore e gioia, di “adagio” e “allegro”, di forti e di piano, diventa un simbolo dell’alternarsi delle nostre esperienze e degli accadimenti che siamo chiamati a vivere. Nell’apparente disordine, percepiamo queste cose come parte di un tutto, di una partitura che Dio solo conosce appieno e che noi siamo chiamati ad eseguire riuscendo a capirne solo alcuni momenti, quelli riservati a noi.
Siamo quindi invitati a percorrere insieme questo cammino contemplativo alla scoperta di quell’armonia che il Signore ha posto nella creazione. Armonia che siamo chiamati a vivere ogni giorno rallegrandoci di questo dono stupendo che è la musica.