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Lc 12, 39-48 Ricordarsi di dover morire per vivere nel modo giusto

  • Luca
A prima vista le parole del vangelo di oggi hanno più un effetto ansia che un effetto gioia. Ma se uno ci riflette si accorge che Gesù, nel vangelo di oggi vuole dirci che ogni momento può essere quello giusto per finire la vita. E se così è allora dobbiamo bandire tutto quello che ci distrae dal vivere bene, dallo scegliere cose che valgano la pena, dal relativizzare tante questioni che delle volte diventano come idoli terrificanti e bloccano i nostri percorsi umani. “Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”. Sono certe che ciascuno di noi se sapesse che questo potrebbe essere l’ultimo giorno della sua vita certamente valorizzerebbe più le relazioni che le cose da fare. Telefonerebbe a chi vuole bene, non rimanderebbe un abbraccio, non lascerebbe silenzi sospesi con alcuni, ne questioni aperte con le persone che ama. Se questo fosse il nostro ultimo giorno certamente rimetteremo i volti delle persone avanti alla lista delle cose da fare. È così che dovremmo vivere ogni giorno, dice Gesù. Perché ogni momento può essere quello finale. La fine della nostra vita non giunge con un preavviso. Giunge come un ladro. E i ladri giocano tanto sull’effetto sorpresa. Se è vero che non possiamo prevedere, possiamo però prepararci. “Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli”. La fedeltà è la capacità di mantenere la consapevolezza che questa vita è un dono non un possesso. Ricordarsi di dover morire ci fa vivere nella giusta dimensione.
Lc 12, 39-48
 
di don Luigi Maria Epicoco