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Annuncio della Festa del martirio di S.Ambrogio martire patrono di Ferentino

  • Ferentino

106A Ferentino negli Ernici il 16 Agosto si ricorda il Martirio di S. Ambrogio Centurione.

Ambrogio, di origine milanese, giunto all'età della giovinezza, si distingueva tra i suoi coetanei per una viva intelligenza, per nobiltà di animo e  un comportamento sempre squisito e dignitoso. Dimorando a Milano ebbe modo di conoscere il condottiero Daciano, che
tornava dalla Spagna, diretto a Roma, con la fama di aver compiuto una spietata campagna contro i cristiani.

Questi lo prese con sé e lo arruolò nel suo esercito con il grado di centurione, promettendogli una brillante carriera.

Giunto a Roma, al preside Daciano fu affidato il comando della fortezza di Ferentino per mantenere nella calma la zona laziale sottostante a Roma.

Era risaputo che a Ferentino esisteva una fervente comunità cristiana ben organizzata con un suo vescovo ed i suoi presbiteri.

Ambrogio, che desiderava meglio conoscerla per debellarla, ne fu conquistato. E con lo spirito di fervente neòfita si fece apprezzare soprattutto per il contegno rispettoso anche verso i suoi subalterni, per la sua religiosità, per la personale onestà di vita, per la carità verso i poveri e per la difesa dei più deboli. Chiese ed ottenne di essere battezzato.

Accusato presso il preside Daciano di essere cristiano, non se ne discolpò. Il preside stesso da principio lo invitò fraternamente con lusinghe e promesse a desistere dal suo proposito. Quindi si dovette passare alle minacce: fu degradato dal suo incarico di  centurione, gli furono confiscati i beni e fu messo in carcere. Subì la fustigazione
e una lunga serie di supplizi. Trovato irremovibile, fu emanata la terribile sentenza:

"Comandiamo che il centurione Ambrogio, dispregiatore di Roma
e delle leggi dell'Impero, divulgatore del Cristo, che dai
giudei fuappeso
ad un legno, sia decapitato con i suoi quattordici compagni"

I carnefici condussero Ambrogio e i suoi quattordici compagni al luogo dell'esecuzione e troncarono loro la testa.

Era il 16 di Agosto.

A Cristo, che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli. Amen.

don Luigi Di Stefano - parroco della Cattedrale di Ferentino