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Le fasi e i tempi di ricostruzione della casa divina provvidenza dopo la distruzione della guerra

  • Culto e Carità

Estratto da "Culto e Carità" Storia della Casa Divina Provvidenza e della Chiesa di S.Agata di Ferentino, a cura di don Tarcisio Casali, ed. 1998

La ricostruzione della Casa Divina Provvidenza e della Parrocchia Sant'Agata: Le fasi e i tempi di ricostruzione della casa divina provvidenza dopo la distruzione della guerra

di don Paolo Cappelloni

facciata semi distrutta carroLe intenzioni e la volontà seria di rimanere a Ferentino non vennero mai meno.

Dapprima allo scadere della Convenzione, quando ancora la sede dell'Orfanotrofio e del Ricovero Regina Elena assolvevano al loro compito, si pensò di trasferire sempre in loco, altrove l'Istituto, e a tal fine, furono acquistati appezzamenti di terreno in località 'vulgo' chiamata Villetta, località da molti non ritenuta adatta, perché decentrata dal nucleo urbano, priva di comoda strada di accesso, in zona panoramicamente non dominante. Fu steso tuttavia un progetto, rimasto sulla carta.

La situazione, a seguito dei bombardamenti e conseguente distruzione totale degli edifici, mutò radicalmente: o abbandonare tutto e ritirarci da Ferentino o trattare con il Comune per l'acquisto dell' area fabbricabile.

 

lato sinistro chiesa distruttaSia l'Autorità ecclesiastica, nella persona di Mons.Tommaso Leonetti, come l'Autorità civile, nella persona del Sindaco Bottini, insistevano per assicurare la nostra presenza a Ferentino e la continuazione di un' opera ritenuta tanto benefica. Il giorno stesso del bombardamento, il 24 Maggio, Mons.Vescovo assicurò il Direttore che l'orfanotrofio avrebbe continuato la sua vita ed offrì i locali del Seminario, perché "Ferentino non avesse a perdere un' opera tanto benemerita, creata da don Guanella", Le Autorità civili mostrarono pari interesse e si dichiararono disponibili a facilitare l'Opera della ricostruzione, anche se, agli effetti nella convenzione del '46, apposero condizioni e clausole restrittive, seguite poi da rivendicazioni (questione Eca), che indussero, per altre cause concomitanti, a sospendere, con la fine di giugno 1971, l'attività educativo - assistenziale. S. Ecc.za Mons. Vescovo, a mostrare la sua volontà e paterna benevolenza nel settembre del '44, aveva accolto nei locali del Seminario un certo numero di orfanelli, Superiori e Suore. Il Seminario era già stato rifugio ai nostri rimasti a Ferentino, quando nel novembre del '43, alle prime avvisaglie, si pensò di trasferire a Roma i pochi anziani e "buoni figli" rimasti, nonché un certo numero di ragazzi.

ricostruzione don angelo lecchiEspletate tutte le pratiche presso le autorità competenti, il 3 novembre 1946, sgombrata l'area dalle macerie, si pose la prima pietra. Impresa: S.A. Cooperativa Ernica.

Anche se la posa della prima pietra avvenne a lavori avviati (03.11.1946), la costruzione dell 'Orfanotrofio e della Chiesa fu portata a termine in poco più di un anno.

Mentre la Chiesa fu ricostruita usufruendo delle mura perimetrali esistenti, l'orfanotrofio fu impostato di sana pianta.

Tra le condizioni imposte dalla convenzione c'era l'arretramento almeno di due metri della facciata. L'arretramento non fu costante e uniforme, toccando in qualche tratta i sette metri. Lo dimostra l'allineamento con la facciata della Chiesa, che fu ripristinata, il loco, come era.

Al termine, immediato fu il rientro dei ragazzi, ospitati nel frattempo presso il Seminario diocesano, così che la vita riprese regolare.

ricostruzione casa impalcaturaDon Angelo Lecchi, da buon stratega, condotta a termine gloriosamente la battaglia, si ritira e lascia il posto a don Luigi Boschetti, come Direttore, a don Carlo Luoni, a don Edoardo Giovannini, a don Luigi Romanò come parroco, coadiuvati per l'assistenza ai ragazzi dai chierici di IV teologia Luigi Colnaghi e Luigi Frangi. Tranne il tenue contributo avuto dallo Stato per il risarcimento dei danni di guerra, l'intera spesa è stata sostenuta dall'Opera D. Guanella. La costruzione incominciò presto a mettere in luce difetti di bruttura che richiesero ulteriori interventi miranti ad ampliare e soprattutto consolidare lo stabile essendosi verificati dei cedimenti nell'ala lungo la Casilina.

Per consiglio dello stesso Genio Civile di Frosinone, che era stato consultato sul da fare, dopo un sopralluogo, nel '53 fu costruita l'ala lungo lo stradello del Belvedere, ottenendo con un vistoso ampliamento, aule e dormitorio e la stabilità della parte estrema dell'ala precedentemente costruita. L'ala addossata lungo il muro sinistro della Chiesa, presenta anch'essa molti difetti. I locali ricavati sono poco illuminati. Il vecchio orto scomparso totalmente, dando luogo, previo riempimento, al campo di giuoco. La costruzione posteriore sul lato destro, al termine del portico, fascia l' abside della chiesa e parte del campanile, togliendo ad esso slancio e snellezza.

ricostruzione veduta internaLa costruzione lungo la strada vicinale Belvedere ha provocato, dopo molti anni, la rivendicazione della proprietà da parte dell 'ECA di Ferentino. Della questione e relativo contenzioso si parla lungamente altrove. L'atto di compra-vendita su nominato era stato preceduto, come vuole la prassi, da una delibera della Giunta di detto Comune - delibera N. 65 - avente come oggetto: cessione area di proprietà comunale alla Casa Divina Provvidenza (Opera D. Guanella) dell' 11.05.1945, esposta e pubblicata all'Albo Pretorio il giorno di domenica 13 maggio, senza reclami. Dal che si deduce che le trattative con il Comune incominciarono subito non appena ritornata la pace.