2. La comunità dei discepoli cresce rinnovandosi: le altre barche
Nel brano evangelico si dice che c’erano anche altre barche oltre a quella dei discepoli con Gesù. Di esse non si parla molto né ci si ferma a commentare questa presenza, ma è legittimo pensare che l’intervento di Gesù che calma il vento e il mare non abbia effetto solo sulla barca dei discepoli, ma anche sulle barche che lo circondavano. La preghiera e la Parola di Gesù hanno una forza che riguarda non solo i credenti o i discepoli, ma tutti. Esiste un “noi” che va oltre i confini ristretti del nostro essere parte della comunità cristiana e si volge al mondo, rappresentato da quelle barche.
Siamo consapevoli di questa realtà o le nostre comunità sono invece interessate solo alla loro barca, al loro gruppo, che sia la parrocchia, l’associazione, l’ambito d’impegno (catechisti, coro, ministri straordinari della Comunione, caritas, ... )?. A volte, proprio per questa visione ristretta e statica del nostro vivere cristiano, l’interesse prevalente si limita alla ripresa delle varie attività, come se niente fosse successo: prime comunioni, cresime, matrimoni, processioni… Se attorno a noi ci sono tante barche, tante persone, a cominciare dai ragazzi e dai giovani, e poi altri gruppi, realtà diverse, ambienti differenti, donne e uomini che si dichiarano non credenti, a cui non ci siamo interessati o che riteniamo non interessati (ma spesso si tratta di un giudizio superficiale), come potranno essere raggiunti dall’incontro con noi, dalla forza della preghiera e della parola di Gesù? Non sarebbe il tempo di uscire dall’ovile o dal “nido”, come ha detto papa Francesco, in cui ci troviamo bene con i nostri, per andare oltre? Non si tratta di compiere anche noi un esodo vero per poter incontrare, ascoltare, dialogare, coinvolgere, senza la pretesa di imporre le nostre verità e tanto meno senza sempre giudicare gli altri, che a volte neppure conosciamo personalmente?